giovedì 19 dicembre 2013

La cioccolata che scalda il cuore: le origini






La cioccolata ha origine dalle fave di cacao, che gli antichi popoli delle società pre-colombiane utilizzavano da molti secoli. I popoli che ne usufruivano di più erano i Maya e gli Aztechi, rispettivamente i primi la consumavano calda, mentre i secondi bevevano le fave di cacao fredde. Il termine “cioccolata” deriva infatti da “chocol” di etimologia maya che significa “caldo” e “atl” di etimologia azteca che significa “acqua”. Ricordiamo che questa bevanda era riservata a una classe d'elitè, tanto che era anche chiamata la “bevanda degli dei”. Le bevande erano per lo più amare e venivano miscelate con mais, fiori di magnolia o pepe. La ricetta più diffusa consisteva nel macinare i semi di cacao fino a polverizzarli, poi cuocerli nell'acqua aggiungendo un peperoncino. Le ricette venivano attuate travasando da un recipiente all'altro il contenuto, in modo da ottenere una caratteristica schiuma. In Europa le fave di cacao fecero la loro comparsa in Spagna, portata dai coloni, ma non riscosse grande successo, se non per una variante della ricetta con zucchero, vaniglia o cannella.
   La cioccolata “classica” che noi oggi assaporiamo divenne tale probabilmente intorno al 1615 in Francia, dove Anna Infanta di Spagna, moglie di Luigi XIII, la introdusse. La cioccolata ha avuto una storia travagliata e ha origine da una civiltà molto diversa dalla nostra, anzi una delle principali caratteristiche per cui la ricordiamo è proprio il cacao. Conosciamo la cioccolata per lo più come dolce, ma pochi sanno dei suoi effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio, sull'umore come antidepressivo e numerosi altri di cui parleremo in seguito. La tradizione di bere la cioccolata calda in inverno è molto antica, non si conosce la sua esatta origine, ma sembra essere un modo spontaneo di scaldarsi. Oggi esistono molteplici e svariate ricette a base di cioccolata, la si può combinare con una gamma svariata di abbinamenti, come cioccolata al peperoncino, agli aromi di frutta e bacche esotiche come ribes o vaniglia, fino alle più golose come con le nocciole o le praline.
   Unica sul mercato è fin'ora la cioccolata al Ganoderma, di cui abbiamo parlato negli articoli precedenti e fino ad ora poco conosciuta in Italia. Nel prossimo articolo scopriremo assieme tutte le varianti della cioccolata, perché è diversa da quella degli antichi Maya e soprattutto la novità nel mondo della cioccolata: la cioccolata al Ganoderma.


La cioccolata al Ganoderma è disponibile su: www.lightflow.it/ilmiolightflow

sabato 14 dicembre 2013

Articolo speciale delle festività: regala il benessere





Si avvicina il periodo delle feste e con esso il periodo dei regali. Il Natale é una delle feste più antiche e seguite, come dice il suo stesso nome che ha origini dalla parola "nascita", é nato come festività Cristiana per festeggiare la nascita di Gesù. La data effettiva non é il 25 dicembre come si pensa, ma il giorno rimane tutt'oggi sconosciuto così come dai popoli antichi, che stabilirono il giorno del 25 dicembre. In quello stesso giorno si teneva una festività pagana chiamata "Festa della Luce", che venne sostituita dal Natale per far integrare le festività Cristiane ai popoli che avevano aderito a quella religione. Bisogna ricordare che il ciclo delle feste e delle religioni era molto importante per i popoli antichi, tanto da scandire la loro stessa vita. 
 Ma da dove nasce la tradizione dei regali natalizi? Per conoscere la storia dei regali bisogna ritornare al 300 dopo Cristo, quando un vescovo di Myra di nome Nicholas venne proclamato santo in seguito alle opere e alle intercessioni che fece nel nome della popolazione. Una sua abitudine era di lasciare ai bambini poveri dei doni dentro le scarpe che lasciavano sulle finestre delle case, come un soldo o un dolcetto. Nicholas dopo la santificazione venne chiamato Santa Claus. Un'altra ipotesi é legata alla venuta dei Re Magi, che portaro doni a Gesù bambino appena nato in segno di pace e venerazione. Da queste antiche tradizioni nascono i regali di Natale, una festa di cui spesso si dimentica la vera origine per far posto al puro consumismo e alla così detta "sfrenata corsa ai regali" di cui tanto i telegiornali parlano, incitando le persone a spendere e incentivare questo circolo vizioso. 
Farsi dei regali dovrebbe essere un gesto di affetto e non da fare così per essere "fatto", poiché spesso le nostre case finiscono per riempirsi di oggetti futili e inutili, che vengono dimenticati in qualche angolo e il nostro portafogli finisce per svuotarsi. Perché allora, non volendo rinunciare alla tradizione dei regali, non scegliere un regalo che si possa consumare nel tempo come qualcosa da mangiare che in più sia originale e faccia bene al proprio benessere: vi proponiamo come soluzione i prodotti della linea Lightflow Nutrilight a base di Ganoderma. Una buona cioccolata per i più golosi, caldo cappuccino che scalda dal freddo dell'inverno o le pregiate tisane per il proprio benessere fisiologico. Se non si volesse regalare del cibo cosa si potrebbe trovare?
 I prodotti Lightflow linea Far Infrared con l'esclusivo tessuto Fir sono ricercati e adatti a qualsiasi persona che tenga al proprio benessere, caldi e indossabili in qualsiasi occasione. I prodotti Lightflow sono ordinabili comodamente via dal nostro sito internet www.lightflow.it/ilmiolightflow
Tutt'oggi la tradizione di fare regali resta, allora perché non sviarla dal suo lato consumistico regalando qualcosa di sincero, come un regalo per la salute ? Un regalo dovrebbe essere fatto con il proprio cuore, per far star bene le persone a cui si vuole bene.

venerdì 6 dicembre 2013

Far infrared



Abbiamo parlato di come l'acqua nel nostro corpo ci possa aiutare a migliorare il nostro benessere, anche tramite l'uso di un semplice vestito. Come funziona questa nuova tecnologia che è entrata di recente sul mercato e si pone come un metodo altenativo ed efficace per migliorare il proprio benessere? In modo molto semplice, tutto ciò che bisogna fare è indossare un vestito e sarà il nostro stesso corpo tramite una serie di procedimenti interni a migliorare il proprio benessere, grazie all'aiuto della fibra Far Infrared. La fibra Far Infrared detta anche “Fibra FIR” è un tessuto speciale di nuova concezione che sfrutta una parte dei raggi infrarossi. Di che cosa stiamo parlando? I raggi FIR sono semplicemente i raggi del sole, fanno parte della luce solare non visibile e li troviamo anche all'interno del nostro corpo. Sono i raggi infrarossi, che ci consentono di mantenere il calore e la Fibra FIR ha la capacità di riflettere una percentuale tra l'80% e il 90% dei raggi che emettiamo, con risultati ottimali per il nostro benessere. La percentuale indicata è il massimo realizzabile, quindi l'ottimizzazione dei processi è totale. 
La loro efficacia è spiegata dalla teoria scientifica: varia a seconda della lunghezza d'onda, compresa tra i 3 e i 55 micron, queste frequenze corrono ad influenzare lo stato energetico dell'acqua presente nel nostro corpo. Sostanzialmente le radiazioni presenti sotto i 10 micron servono ad eccitare gli stati vibrazionali che uniscono le molecole dell'acqua, mentre quelli superiori ai 10 gli stati rotazionali. In questo modo si genera la rottura dei grappi di molecole d'acqua, chiamati “cluster”, permettendo di mantenere un migliore equilibrio omeostatico. Ricordate? L'omeostasi è il mantenimento della giusta concentrazione di sostanze chimiche che troviamo fuori o dentro le cellule, e un equilibrio ottimale sia di sostanze presenti sia del passaggio delle stesse dall'interno all'esterno delle cellule consente loro una vita migliore e più duratura facendo anche lavorare più agevolmente le nostre cellule che non devono più spezzare ogni volta i legami tra le molecole di acqua poichè li trovano già spezzati. Questa è la grande capacità del tessuto Far Infrared, che si può indossare in tutta tranquillità anzi; grazie alla Fibra FIR curare il proprio benessere sarà una delle attività più piacevoli e meno faticose. A presto più notizie sui tessuti Fir.

venerdì 29 novembre 2013

L'acqua: dove la troviamo?



L'acqua è presente in ogni cosa che ci circonda, abbiamo visto qual'è la sua importanza nel nostro organismo, ma abbiamo anche nominato qualcos'altro. Come può essere presente l'acqua all'interno dei nostri vestiti? I vestiti o molti degli oggetti che utilizziamo sono stati ricavati tramite un processo di lavorazione in cui è utilizzata dell'acqua. Usiamo quest'acqua in modo indiretto, ma è pur sempre acqua che viene usata, ecco perchè viene definita come “virtuale”. Come funziona questo procedimento? L'acqua è convogliata all'interno delle centrali, prelevata da ghiacciai o fiumi e utilizzata per lo più per il lavaggio. Una volta utilizzata viene tuttavia depurata e rimessa nell'ambiente, ma sarà un'acqua di qualità inferiore rispetto a quella prelevata. Basti pensare che il 20% dell'acqua usata non è depurato. In raltà usiamo l'acqua per qualsiasi cosa, basti pensare a una semplice giornata: mangiamo e usiamo l'acqua per bere e contenuta in quel cibo, ci laviamo, laviamo i nostri oggetti, vestiti e l'ambiente domenisto, innaffiamo piante. Usiamo per tutti questi compiti acqua depurata anche quando è presa dalle fonti di montagna, per ripulirla di eventuali impurità, ma bisogna ricordare che questo processo comporta un certo fattore di inquinamento. In sintesi solo una minima parte dell'acqua che usiamo viene bevuta e in particolare il 10%. L'acqua viene acquisita come risorsa e materia prima da due grandi sfere, che definiamo biosfera (in cui parliamo di risorse derivate dalla natura e non soggette e lavorazioni) e la tecnosfera (risorse già sottoposte a lavorazione). I tre settori fondamentali in cui l'acqua viene utilizzata sono l'agricoltura, l'industria e l'uso domestico. Bisogna tenere conto che l'acqua è una risorsa importante, ne utilizziamo il 60% più in fretta di quanto possa essere rifornita, soprattutto perchè non può essere sostituita e non è un bene illimitato come spesso si crede. I fattori che causano un maggiore o minore consumo di acqua sono principalmente l'aumento della popolazione, l'inquinamento e l'erosione delle risorse. Nei cambiamenti climatici è infatti un fattore fondamentale. Persino l'atto di vestirsi comporta un'interazione con l'acqua, non nel processo di fabbricazione, come abbiamo parlato in precedenza, ma tramite l'interazione con il nostro organismo. Come può essere possibile? Lo scopriremo nel prossimo post.

mercoledì 20 novembre 2013

L'acqua è tutto






“Tutto è acqua”, diceva Talete nel 600a.c. L'acqua è ovunque. Siamo circondati di acqua anche dove non la vediamo, troviamo acqua nel nostro corpo, nel cibo che mangiamo e l'acqua passa addirittura attraverso i vestiti che indossiamo. Nel nostro corpo è presente una percentuale di acqua che si aggira all'incirca intorno al 55-60% per un adulto, mentre neonati e anziani possiedono una maggiore quantità, che si aggira intorno al 70%. La quantità di acqua presente nell'organismo è regolata dall'apparato renale e intestinale, tramite il riassorbimento idrico. Ovviamente la quantità di acqua in entrata è regolata dal meccanismo della sete, di cui abbiamo già parlato in precedenza. Esistono addirittura credenze popolari sull'acqua che “aumenta la sudorazione” o “l'acqua che fa ingrassare”, ma ciò non è possibile in entrambi i casi poiché la sudorazione è fondamentale per regolare la temperatura corporea e l'acqua non fornisce calorie. Dove troviamo l'acqua nel nostro corpo? All'interno delle cellule. L'acqua entra all'interno delle cellule per osmosi, un procedimento che consiste nel trasferimento dell'acqua da una soluzione che ha un potenziale idrico maggiore a una con un potenziale idrico minore. Nelle cellule troviamo una membrana che permette il passaggio di alcune sostanze e lo impedisce ad altre, attraverso questa membrana passerà proprio l'acqua. Nelle cellule del nostro corpo avviene un continuo interscambio di acqua, ma non solo, anche di altre importantissime sostante senza cui non sarebbe possibile la vita. Lo scopo dell'acqua è fondamentale nel processo di invecchiamento del nostro corpo, ci consente di resistere alle malattie e alle minacce sia interne che esterne. La ritroviamo infatti come il principale costituente in cui sono immersi i sistemi del nostro organismo quali il sistema capillare arterioso e venoso, le terminazioni del sistema nervoso, linfatico ed ormonale. Dobbiamo inoltre ricordare, come già citato in precedenza, che l'acqua è uno dei costituenti di tutti i vari tipi di cellule. Troviamo l'acqua distinta in diverse percentuali nel nostro organismo:
-ossa: sono composte per il 20% 
-muscoli dal 75% 
-cuore dal 75% 
-polmoni 86% 
-cervello 75% 
-fegato 86% 
-reni 83% 
E non solo poiché l'acqua è fondamentale anche per reazioni fondamentali, come la digestione, l'assorbimento dei nutrienti, il trasporto dei nutrienti alle cellule, la circolazione sanguigna, la rimozione delle tossine, la regolazione della temperatura corporea, la lubrificazione delle giunture, la protezione degli organi dai traumi. Con questo breve percorso abbiamo dunque visto come si muove e come può essere utile l'acqua nel nostro corpo, ma utilizziamo l'acqua in numerosi setori della vita quotidiana: dalla pulizia, al mangiare e...addirittura nei nostri oggetti e vestiti.

lunedì 11 novembre 2013

L'acqua è tutta uguale?



L'acqua sembra tutta quanta uguale, ma in realtà non è così e per scoprirlo basta leggere un'etichetta di una semplice bottiglietta. Troviamo prima di tutto indicato il “residuo fisso a 180°”, un numero misterioso che indica semplicemente la quantità di sali minerali che restano dopo l'evaporazione dell'acqua a 180°. Questo numero è molto importante perché un'acqua con troppi pochi sali minerali e una con una quantità eccessiva possono determinare carenze o eccessi all'interno dell'organismo.
Per quantità di sali eccessiva intendiamo superiori agli 120 mg, troppi sali determineranno un accumulo eccessivo di sostanze minerali che l'organismo non è in grado completamente di smaltire e può favorire l'insorgere di calcoli renali e problemi cardiocircolatori.
Al contrario un'acqua povera di sali, indicativamente sotto i 15 mg, non darà l'apporto necessario all'organismo di sali minerali. Un residuo fisso ottimale si aggira intorno ai 20-60 mg. Sono dati poco conosciuti e fattori di cui non si tiene mai conto, ma che in realtà sono importantissimi: basta pensare alla quantità di acqua che ogni giorno beviamo. Parliamo a proposito proprio dei sali minerali: li troviamo indicati sotto la dicitura “sostanze disciolte in un litro di acqua”. In particolar modo bisogna porre la propria attenzione al sodio, il sale presente nell'acqua che per essere indicata come “acqua povera di sodio” deve contenere una quantità di sali inferiore allo 0,0002%. Importanti sono anche nitriti, nitrati e solfati, potenzialmente pericolosi e cancerogeni per l'organismo se ingeriti in grandi quantità, ove la scarsa quantità e sinonimo di miglioramento del benessere.
Ovviamente questi dati sono da soppesare in base alla dieta seguita da una persona, un'acqua con un residuo fisso superiore ai 400 mg può essere usata come integratore di sali minerali per chi ne ha bisogno, mentre una con pochi per chi ha problemi renali e di calcoli. L'acqua è un importante depuratore dell'organismo e fare attenzione a ciò che si beve è fondamentale per mantenere il più a lungo possibile il proprio benessere. Si può restare senza mangiare per 40 giorni, ma senza l'assunzione di acqua dopo sette giorni si verificherebbe la morte. Facciamo attenzione all'acqua che beviamo, con un'accortezza in più nei suoi confronti, bere è piacevole e fa bene: perché non farlo più spesso e nel migliore dei modi?

venerdì 8 novembre 2013

L'acqua, segreto della vita





Tutti sappiamo che è di fondamentale importanza per la nostra vita bere acqua, ma il motivo preciso non lo si conosce. Si tratta di un gesto di cui sentiamo il bisogno e che compiamo regolarmente, senza pensare a quanto sia importante. Bere acqua è importante per mantenere un equilibrio chimico ottimale tra la parte liquida del sangue, chiamata “volume plasmatico” e i sali che circolano al suo interno. La sete si può soddisfare solamente bevendo acqua naturale, quando la plachiamo con bevande di altro genere scateniamo una reazione chamata “disidratazione cronica”, in cui la sete è placata solo temporaneamente, ma è in realtà l'organismo stesso a ingannare. Cosa accade nell'organismo? Bevendo poca acqua naturale si diminuisce il volume plasmatico del sangue e l'ematocrito, rapporto tra la parte plasmatica e liquida del sangue aumenta, scatenando un campanello di allarme: la sete non è null'altro se non un'indicazione del nostro organismo che è già in stato di allarme e disidratazione. I nostri organi risultano sempre meno permeati di liquidi e cominciano a rinsecchirsi, lavorando con maggiore difficoltà e dando inizio a una serie di allarmi quali debolezza, ansia, mal di testa e ridotta elasticità muscolare. Dunque bere acqua e in grandi quantità, almeno 1,5 litri al giorno a seconda della dieta e della fisiologia, è importate per mantenere il benessere del nostro organismo, tuttavia tutta l'acqua è uguale? Perchè in commercio troviamo molteplici tipologie di acqua, di tutte le marche e con una tabella degli elementi nutritivi differente le une dalle altre?

mercoledì 30 ottobre 2013

Curarsi con il Ganoderma




Secondo recenti studi scientifici questo fungo è indicato per più di 30 malattie! Vi potrà sembrare incredibile, ma numerosi medici in tutto il mondo confermano questa caratteristica del Ganoderma. Le sue proprietà curative sono date soprattutto dal fatto che è un potente antiossidante, dunque opera sulle cellule rallentando il loro invecchiamento. E' infatti indicato per la cura di numerose malattie e consigliato come coadiuvante per:

-Malattie autoimmuni, come tiroiditi e artriti.
-Cattiva circolazione sanguigna e malattie ad essa collegate.
-Riduce infatti i danni delle sigarette rendendo inattiva una parte del benzopirene.
-Fegato, è un epatoprotettore ricco di enzimi depurativi e antiossidanti importanti per pulire il fegato e la pelle; inoltre è efficace anche contro le epatiti.
-Metabolismo, lo migliora pulendo i grassi presenti nel sangue.
-Indicato per pelle, capelli e unghie, migliora le dermatiti, sostiene il sistema ormonale e dunque migliora i benefici per la pelle, tanto che è il cosmetico numero 1 in Oriente.
-Apparato riproduttivo, è utile per i dolori mestruali e la menopausa.
-Digerente, favorisce la digestione e diminuisce la stitichezza.
-Sistema nervoso, agisce con una doppia azione energica e rilassante.
-Grazie alla sua proprietà di antiossidante riduce l'invecchiamento e favorisce la memoria.
-Chemio e radio-terapia, diminuisce gli effetti collaterali.

Il Ganoderma si presta dunque per migliorare le cure di numerose malattie, alcune delle quali sembrano non collegate le une alle altre, oppure come valido supporto per la vita quotidiana. La sua caratteristica multifunzionale lo rende quindi adatto alle persone di ogni età e per diversi disturbi, il Ganoderma può migliorare non solo la vita, ma anche l'umore e soprattutto il benessere del nostro organismo.

giovedì 24 ottobre 2013

Il Ganoderma


“Il Ganoderma Lucidum è una delle erbe più toniche e venerate nella medicina tradizionale cinese, il Reishi è conosciuto e non viene consumato solo per aumentare la longevità e la bellezza del corpo, ma anche per aiutare a trovare una maggiore concentrazione, la capacità intellettuale e la spiritualità.”
Il Ganoderma è un fungo che cresce sulle corteccie degli alberi, il suo nome scentifico è Ganoderma Lucidum o Reishi. Svolge la funzione di nutraceutico ed è un potente adattogeno, tutt'oggi certificato dalla medicina e della ricerca moderna. Le sue origini sono molto antiche, il suo uso e la sua scoperta risalgono a più di 4000 anni fa in Cina. Durante l'epoca delle grandi dinastie le sue caratteristiche curative vennero tenute segrete e ne potevano usufruire solo le classi nobili degli imperatori o dei re. Questa tradizione si diffuse fino ai tempi moderni, quando i borghesi dell'alta società richiedevano questo fungo alle persone di basso ceto, che avevano il solo compito di raccoglierlo e fornirlo in polvere. Esistono molte tipologie di Ganoderma, identificabili nelle sfumature di colore che assume, vanno dal viola, rosso, verde, bianco, giallo e nero, ma il più studiato e richiesto è il rosso. Il Ganoderma rosso è chiamato in questo modo a causa del suo grande cappello di colore rosso intenso ed è anche chiamato “fungo dell'immortalità” o del “benessere”. Lo possiamo trovare in numerose zone del pianeta, soprattutto quelle molto umide e calde, ed in particolare nelle zone costiere della Cina, Taiwan e Corea, dove lo coltivano intensamente, in Nord America, in Giappone ed anche qui in Italia. L'utilizzo del Ganoderma è molto semplice: viene trattato e ridotto in polvere, in modo da poter essere consumato con qualsiasi tipologia di cibo, che non ne altera le proprietà. Lo si può trovare sia concentrato in compresse oppure unito a bevande, in particolare gli infusi di the al Ganoderma sono considerati il rimedio curativo più efficace in oriente. Come agisce esattamente questo fungo? Il suo potere è dato dai polisaccaridi e triterpeni che contiene.
I polisaccaridi sono carboidrati complessi costituiti da catene di zuccheri, questi zuccheri stabilizzano la pressione sanguigna e la glicemia, e hanno un grande effetto sui radicali liberi. I triterpeni sono steroidi come le molecole che inibiscono il rilascio di istamina e hanno proprietà anti-infiammatori. Nel Ganoderma vengono anche chiamati acidi ganoderici. Ecco da dove deriva il “potere” semplice ma efficace di questo fungo dalle proprietà miracolose. Cosa si può curare esattamente con il Ganoderma? A preso per saperne di più.

lunedì 21 ottobre 2013

Il benessere e i rimedi della natura



Abbiamo parlato molto di problemi legati al benessere, analizzando i più comuni e tuttavia meno pensati. Migliorare il proprio benessere è un processo che si compie passo per passo, ma bisogna agire quotidianamente per poter ottenere effetti duraturi e soprattutto non temporanei. Un benessere duraturo si ottiene non facendo un cambiamento improvviso, ma inserendo nella propria vita quotidiana elementi che ci consentono di migliorare in modo costante. Prima di tutto bisogna individuare il problema, il fulcro da cui parte la sensazione di malessere.

Un metodo è di osservare il proprio modo di comportarsi, in ogni situazione e ambito, come se ci osservassimo da soli con una telecamera. In particolare quali sono le azioni che compiamo tutti i giorni e a cui non possiamo rinunciare. Tre azioni fondamentali che compiamo quotidianamente sono mangiare, vestirsi e lavarsi. In particolar modo se esploriamo l'ambito del “mangiare” e del cibo facendo riferimento al precedente articolo scopriamo che ciò che mangiamo è sempre meno naturale e sempre più chimico. Ritrovare cibi più semplici e genuini è un ottimo aiuto per ritrovare il benessere del proprio fisico, come apportare una dieta equilibra, non piena di privazioni ma che fa riscoprire il piacere di mangiare. La natura ci aiuta in molti modi e un esempio ne sono le erbe medicinali e curative; sin dall'antichità venivano coltivate ed esistevano adepti esterni nel riconoscerle e utilizzarle. Cosa ci è rimasto tutt'oggi della cultura del naturale?

Una vasta tipologia di erbe medicinali di diversa natura e provenienza, riscoperte di recente o usate costantemente dai tempi più remoti. La cultura europea si basa sull'uso di erbe medicinali, radici ed elementi naturali provenienti da ogni parte del mondo, ma un risvolto inconsueto lo possiamo trovare dove non ce lo aspettiamo come nei funghi. Solo ora in Europa stiamo infatti riscoprendo l'uso dei funghi in campo alimentare e salutistico, ma cosa intendiamo esattamente con il termine funghi? Non di certo quelli che si mangiano a tavola. Parliamo così del Ganoderma. Che cos'è il Ganoderma? Questa parola potrà sembrarvi sconosciuta, in realtà in Cina lo si conosce ed utilizza da più di 4000 anni, come un potente antiossidante ed adattogeno.

I suoi effetti sull'organismo sono sorprendenti in numerosi ambiti, che vanno dalle allergie ad asma, tosse, debolezza, affaticamento ed insonnia. Un rimedio tutto naturale adatto ad essere inserito negli alimenti di uso quotidiano come il caffè, le tisane o il the come si può vedere più chiaramente nella sezione prodotti del nostro sito www.lightflow.it\ilmiolightflow.
Speriamo con questo articolo di aver stuzzicato la vosta curiosità sul mondo della natura legato al benessere e all'alimentazione, e soprattutto sul Ganoderma. Prossimamente analizzeremo molte altre e interessanti notizie su questo fungo dalle proprietà eccezionali, tanto da essere chiamato il “fungo del benessere” o “fungo dell'immortalità”.

mercoledì 16 ottobre 2013

Benessere e l'abbigliamento






Che collegamento c'è tra i vestiti e il nostro benessere? Prima di tutto il modo in cui vestiamo determina un benessere psicologico nella nostra persona e il motivo è semplice: scegliamo ciò che ci piace nei negozi, lo compriamo e lo indossiamo abbinando tipologie di vestiti differenti per ottenere l'effetto che desideriamo e in questo modo avere una buona immagine di noi. Se abbiamo una buona immagine di noi anche gli altri l'avranno ecco perchè spesso il nostro modo di vestire è determinato dalla moda e da meccanismi di cui nemmeno ci accorgiamo. Abbigliarsi alla moda o seguendo un certo stile è una forma di associazione metale secondo cui noi ci portiamo più vicini ad altre persone, per essere, spesso senza rendercene conto, accettati da loro. La prima impressione che si ha di una persona è data dal nostro modo di apparire e come questa persona ci vede, un meccanismo di cui noi siamo coscienti: perchè preoccuparsi tanto di come ci si veste? Potrebbe sembrare che non scegliamo il nostro modo di vestire, ma che ci viene imposto dall'esterno e questo è uno dei meccanismi che la pubblicità e il mondo del consumismo vogliono. Spesso scegliamo di appartenere a un determinato stile, crediamo che la scelta sia davvero nostra, ma gli stili che si definiscono “trasgressivi” o “oltre la società” non sono null'altro che un altro modo per conformarsi.
Eppure essere apprezzati dagli altri determina il nostro benessere psicologico e ha una forte influenza sulla nostra autostima e sulla concezione di “come siamo”, “come appariamo” e “chi siamo”. Così come “siamo ciò che mangiamo” potremmo dire che “siamo ciò che indossiamo”. Tuttavia non siamo del tutto ininfluenti ai meccanismi che la società consumistica ci impone. Compriamo un capo di abbigliamento, lo proviamo, lo usiamo, scopriamo che è scomodo e allora lo abbandoniamo e tuttavia abbiamo speso lo stesso il nostro danaro. Spesso i capi di abbigliamento sono fatti scomodi apposta, proprio affinchè noi ne compriamo altri e in questo modo spendiamo i nostri soldi. La pubbicità ci dice in continuazione che “facciamo schifo” per come ci vestiamo e ci presentiamo, proponendo modelli considerati “giusti ed efficaci”.
Ciò è vero: un modo di vestire farà si che in una persona si formerà una determinata immagine di noi, ma non è detto che solo perchè vestiamo in questo modo noi siamo così. L'abbigliamento è un buon modo per ingannare il meccanismo stesso è scegliere consapevolmente di vestirsi in un dato modo, in base all'effetto che vorremmo ottenere negli altri. Il benessere e l'abbigliamento sono legati tuttavia da un altro fattore oltre quello psicologico: quello della comodità. Per credere di essere magri compriamo taglie più piccole e soffriamo nel portare abiti stretti, scomodi, che ci fanno soffrire nel fisico ma ci danno il benessere psicologico dell'apparenza. Come dice l'antico detto “se bello vuoi apparire un poco devi soffrire”. Pensateci: vale davvero la pena di tartassare il proprio corpo con abiti non adatti al fisico per apparire belli e poi spendere medicine per “guarire” i postumi di questo utilizzo? Tutto ciò può sembrare eccessivo, ma è ormai consolidato che molti tipi di scarpe, come gli stivali texani, se troppo utilizzati danneggiano le ossa delle dita dei piedi. Il nostro corpo cresce in continuazione e l'involucro in cui lo racchiudiamo, i vestiti, determinerà la sua forma. Portando sempre un paio di pantaloni con l'elastico stretto farà si che la vita venga deformata poco per volta. E' lo stesso effetto di un reggiseno: il seno resta sollevato e così cresce in quella posizione, senza diventare cadente. Un altro fattore di cui tenere conto è il tessuto dei vestiti che scegliamo. Spesso non lo controlliamo, ma la nostra pelle reagisce in modi differenti in base al tessuto che si porta.
Per esempio tessuti sintetici che non lasciano traspirare terranno sì molto più caldo, ma ne risentirà la sudorazione e il respiro della pelle. E' come se ci chiudessimo in un sacchetto di nylon, per fortuna oggi molti sintetici sono traspiranti. Infine è un bene ricordare come molti tessuti abbiano coloranti di tipo chimico spesso dannosi per la salute e che con l'effetto del sudore potrebbero lasciare delle impurità che la nostra pelle assorbe; ecco perchè bisogna sempre fare attenzione a quando si lavano i vestiti, far sì che perdano il più colore possibile prima di indossarli. Alcuni coloranti sono stati addirittura considerati cancerogeni, ma purtroppo le etichette dei vestiti non segnano il colorante usato.
Questo sarebbe un discorso interessante da approfondire, ma queste poche considerazioni spizzicate qui e là sono un buon motivo per pensare alla cura del nostro corpo in modi che la società di solito non ci propone: curarsi indossando semplicemente un capo di abbigliamento.

martedì 15 ottobre 2013

Benessere & alimentazione





Non si può parlare di benessere senza parlare di alimentazione, poiché è proprio grazie al cibo che ci nutriamo e viviamo. “Siamo ciò che mangiamo” disse Feuerbach, una frase che ci fa riflettere come il cibo che ingeriamo viene assimilato dal nostro organismo, permettendo la sua rigenerazione, la crescita e le numerose funzioni che gli consentono di vivere. In questo processo solo parte delle sostanze che ingeriamo vengono assimilate, mentre le altre producono scarti, ma pochi sanno che anche ciò che il nostro corpo assimila spesso è dannoso. Uno di questi fattori sono gli additivi chimici alimentari, che pochi di noi conoscono, ma troviamo costantemente nel cibo che compriamo. Alcuni sono innocui e posso migliorare il nostro cibo, e un esempio ne è la leticina di soia, mentre altri sono altamente dannosi, addirittura cancerogeni, come alcuni tipi di coloranti. Vi starete chiedendo: di cosa parliamo esattamente? Parliamo di quegli ingredienti che sulle etichette troviamo scritti molto in piccolo che iniziano con la lettera “E” e a cui segue un numero; per esempio l'E330 non è null'altro che l'acido citrico. L'uso di questi addittivi chimici alimentari è altamente diffuso e per lo più ciò che troviamo in commercio non ne contiene di pericolosi, ma bisogna fare attenzione: un esempio è come l'insorgere di tumori, in particolar modo allo stomaco, sia legato all'uso di nitriti e nitrati di sodio e potassio (dall'E349 all'E352), cancerogeni perchè soggetti a mutazione in determinate condizioni. Un altro esempio è legato all'E160i o betacarotene, un colorante molto usato soprattutto per i dolci a base di farinacei che, se assunto in condizioni “normali” attraverso frutta e verduta, ha effetti benefici, ma che se assunto in eccesso può avere effetti dannosi. Un paese che ha posto molta attenzione a questo fattore è l'Australia, che ha già vietato un numero considerevole di additivi chimici alimentari potenzionalmente dannosi, molti dei quali vengono utilizzati dove non ce lo aspettiamo: sapete dove vengono utilizzati proprio i nitriti e i nitrati? Nei wrustel, che spesso diamo da mangiare ai nostri bambini. Le categorie più dannose si individuano nei coloranti, conservanti, esaltatori di sapidità e per la loro abbondanza negli edulcoranti. Fateci caso: sono tutti additivi molto utilizzati nei prodotti che diamo ai bambini, come dolciumi, merendine, patatine, caramelle, bibite gassate e persino succhi di frutta per renderli più accattivanti. Facciamo molta attenzione all'aspetto di un oggetto quando invece non ci accorgiamo di ciò che contiene. Cosa diventeremo da grandi se sin da piccoli si mangia, senza esserne consapevoli, alimenti dannosi per la nostra salute?

mercoledì 9 ottobre 2013

Il benessere e il marketing




Quando pensiamo al benessere spesso ci vengono in mente centinaia di pubblicità che ci propongono modi diversi per ottenerlo. Uno dei meccanismi su cui fa maggiormente leva la nostra società è proprio la pubblicità che si occupa di far presa sulle emozioni delle persone. In particolar modo quelle legate ai sensi di colpa per non aver fatto determinate azioni, oppure perchè non ci siamo presi abbastanza cura di noi. Ci propone un'idea di benessere da raggiungere, come se ponesse la chiave della felicità attraverso determinati prodotti o servizi. Come possono degli oggetti materiali aiutare il nostro benessere? Prima di tutto bisogna porre un concetto importante, ovvero che non tutto ciò che ci viene proposto dalla nostra società porta un reale benessere, ma dobbiamo essere noi a filtrare i messaggi che ci vengono proposti per scegliere ciò che davvero ci può portare un benessere reale. Spesso questo compito può essere molto difficile poiché siamo portati a desiderare ciò che ci viene proposto dai meccanismi della pubblicità. Anche se, il più delle volte, questo benessere che ci viene proposto non è reale, ma solo un'illusione per far leva sui nostri sentimenti e far si che acquistiamo un dato prodotto. Compriamo, siamo soddisfatti dell'acquisto e così momentaneamente abbiamo riempito il nostro bisogno di approvazione e la volta successiva facciamo un nuovo acquisto. Come se si entrasse in un meccanismo circolare. Come si distingue un prodotto che può davvero accrescere il nostro benessere da uno che invece serve solo a far sinter soddisfatto il nostro ego?
Prima di tutto dobbiamo renderci davvero conto di aver bisogno di quel prodotto e che quel prodotto possa soddisfare il bisogno che abbiamo. Abbiamo un problema che ci fa porre una domanda; la risposta sarà la soluzione del problema e un prodotto che soddisfi la domanda è il caso ideale.
Un esempio molto semplice: un cibo sano e nutriente soddisferà la nostra domanda di sfamarci più di un cibo ipercalorico e che ci sembra squisito, ma che alla fine ci lascerà lo stomaco mezzo vuoto. Il benessere è dato da un prodotto o servizio che possa soddisfare realmente la nostra domanda e il nostro bisogno, dunque che abbia quelle qualità essenziali per farci stare bene. In questo caso alla domanda “come posso sfamarmi?” risponderà la soluzione di “un cibo sano e nutriente”, che soddisferà veramente il bisogno e non sarà solo un tappativo. Tra i molti prodotti che ci vengono proposti è dunque importante riuscire a riconoscere quelli che possono soddisfare il nostro bisogno e far si che si generi un benessere autentico e duraturo. Per farlo dobbiamo porci una domanda legata al bisogno, ovvero “come posso soddisfare tale bisogno e cosa mi aiuterà a farlo?”

lunedì 7 ottobre 2013

La visione olistica del benessere






Il benessere è come un vassoio di dolci: tutti i sapori e/o profumi si influenzano a vicenda.

Una considerazione molto interessante nell'ambito del benessere riguarda il suo rapporto con la filosofia, in particolare la filosofia olistica o olismo. L'origine della parola “olismo” si ha nel 1926 con la pubblicazione di “Holism and Evolutin” per opera di Jan Smuts, filosofo e politico sudafricano. Si occupò dello studio dell”evoluzione emergente”, ponendo la considerazione base dell'olismo, ovvero che non si può definire un organismo o insieme solo prendendo in considerazione le sue singole parti, ma considerando anche le realazioni tra le stesse. Un insieme è infatti un unione di più parti in relazione le une con le altre, che svolgono ognuna un compito definito e di vitale importanza per mantere l' organismo sano. Dalla concezione dell'olismo possiamo porre una considerazione importante nell'ambito del benessere. Il benessere non è un fattore composto da un solo elemento come si potrebbe pensare, ma da un insieme di fattori che collaborano assieme per ottenre un unico scopo. Parliamo infatti di un benessere che non riguarda solo la sfera fisica e metaficisa dell'essere umano, ma anche dell'ambiente in cui è collocato e da cui è circondato. Un esempio può essere la famiglia, il luogo di lavoro o la condizione economica e sociale, persino il benessere di un paese o una nazione determina il benessere di un singolo cittadino. Il benessere è dunque legato all'ambito psicologico, fisico, economico, sociale o di relazione, alimentare e ambientale. Tutti questi fattori sono da considerare come elementi di un sistema che interagiscono tra di loro e che determinano il benessere di un singolo individuo; dunque quando si trova benessere in ognuno di questi settori si farà si che il benessere sia totale, senza che uno solo negativo influenzi tutti gli altri. Alcuni di questi fattori possono sembrare discordanti rispetto agli altri e non dipendenti da noi intesi come singolo individuo, ma non facciamoci ingannare: il benessere dell'ambito familiare o lavorativo (che possono apparire come una tipologia di benessere non dipeso da noi) in realtà derivano proprio dal nostro approccio verso questi ambiti. Molto importante è anche il modo in cui ci approcciamo con ciò che ci compone e da cui siamo circondati; non potrà mai esserci un benessere fisico se non ci prendiamo cura del nostro corpo. Ognuno di questi settori si influenza a vicenda, permettendo di ottenere un equilibrio generale. Con questo post vogliamo farvi riflettere su quanto sia importante non concentrarsi solo su un singolo ambito, ma tra i tanti che compongono la propria persona e la relazioni con il mondo circostante.

venerdì 4 ottobre 2013

Il significato del benessere





Quanto tempo della vostra giornata occupate per il vostro benessere? “Prendersi cura del proprio benessere” non significa pensarlo solo, ma agire affinchè questo benessere vi sia veramente. “Benessere” significa “Stato felice di salute, di forze fisiche e morali”(definizione tratta dal vocabolario Treccani). Nella nostra società, che ci ha condotti verso uno stile di vita frenetico e caotico il benessere sembra essere solo il contorno della nostra vita. Si calcola che il solo stress subito al lavoro produca in Europa danni per 20 miliardi di euro all'anno, mentre in Italia il consumo di psicofarmaci è aumentato negli ultimi 6 mesi del 16%, soprattutto per quanto riguarda i farmaci ansiolitici e si sta diffondendo l'abitudine di dare questa “medicina” anche ai bambini, per calmarli. Si calcola che gli psicofarmaci siano il farmaco più comprato nel nostro paese, 78 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti. Sono dati allucinanti, che ci fanno riflettere quanto la parola “benessere” non si possa ridurre all'inghiottire una pillola sperando che ogni danno passi. La tendenza odierna è infatti di assumere medicinali senza che ve ne sia veramente bisogno, introducendo nel nostro organismo sostanze chimiche spesso più dannose che benefiche. 
Questo è sintomo che qualcosa nelle nostre abitudini non và, la tendenza ad abbandonare i ritmi che la natura ci ha donato e soprattutto il suo contributo per mantenerci sani e in froma. Un modo per uscire da questo circolo vizioso c'è ed è semplicemente riscoprire il proprio benessere trovando il tempo per prendersi cura della propria persona e di chi ci sta accanto. Il benessere non è solo fisico, ma anche psicologico. Con l'apertura del nostro blog tramite questo post speriamo di avervi stuzzicati sul significato della parola benessere.